Fra le numerose iniziative promosse negli anni dalla Scuola volte a far crescere in Italia la cultura della prevenzione quelle rivolte alla popolazione carceraria hanno certamente un significato e un’importanza particolari.
Il progetto “In seno al carcere”, iniziato nel 2012 come esperienza pilota presso la casa circondariale di Castrogno a Teramo e successivamente più volte riproposto anche in altre realtà, ci ha infatti permesso di avvicinare e sensibilizzare donne che, per varie ragioni, erano state poco attente alla salvaguardia della salute in generale e di quella del proprio seno in particolare.
Gli incontri e i dibattiti aperti sull’importanza della diagnosi precoce e sul ruolo degli stili di vita per ridurre l’incidenza della malattia organizzati in carcere hanno suscitato grande interesse nelle donne che ci hanno espresso la loro voglia di vivere, la loro paura di ammalarsi e soprattutto di non essere curate in modo adeguato, svelando un commovente attaccamento alla loro pur così difficile esistenza e la capacità di proiettarsi verso un futuro migliore.
Al termine degli incontri è offerta a tutte la possibilità di eseguire un controllo senologico modulato in funzione dell’età delle donne (visite senologica, mammografia ed ecografia mammaria) cosa che ha visto alternarsi per sottoporsi agli esami le carcerate e le donne del personale di custodia in una sorta di alleanza comune e senza barriere contro il cancro.
La Scuola desidera ringraziare tutte le Autorità e le Istituzioni che hanno reso e rendono possibile la realizzazione di “In seno al carcere”. Un ringraziamento particolare va poi a coloro che, per primi, hanno sostenuto il progetto consentendoci di avviarlo per la prima volta a Teramo: Maurizio Brucchi (senologo e allora sindaco della città) e Stefano Liberatore (direttore della casa circondariale di Castrogno).